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Un Millesime… simplement parfait!

Senza peccare di immodestia, non saprei trovare una definizione diversa rispetto a questo titolo ripensando alla serata che abbiamo vissuto, insieme a ben 40 amici di Fisar Padova, lo scorso sabato 23 febbraio: la Masterclass Champagne insieme a Cristina Willemsen, titolare di Fier ce Fît.

Un evento che vede la sua scintilla vitale qualche mese fa, a fine ottobre 2018, allorché quattro di noi hanno avuto la brillante –ma questo l’avremmo realizzato solo dopo- intuizione di partecipare alla Masterclass tenuta da Cristina nell’ambito di Vinoé a Firenze. Di lei, in realtà, sapevamo solo che, ad ogni evento pubblicato sulla pagina Facebook di Fisar Padova, ci lasciava un misterioso like. Un’ora e mezza in sua compagnia e… magia… non si poteva più fare a meno della sua eleganza, del suo eloquio e… ça va sans dire… dei suoi Champagne!! Abbiamo voluto salutarla al termine della sua presentazione, chiedendole se si fosse potuta ipotizzare una sua serata a Padova. Lei, sorridendo, ha risposto: “Con piacere!”… non è servito altro: il gruppo d’acquisto a Natale,  i contatti telefonici, data e luogo fissati, consigli sugli champagne e l’abbinamento, il tam tam pubblicitario su sito-social-corsi, la macchina organizzativa…

Ed eccoci nello scintillante Winter Garden dell’Hotel Plaza di Abano Terme, magnificamente allestito dal preparatissimo e solerte staff di sala (un grazie a tutti loro!) orchestrato dal nostro socio sommelier (e direttore della struttura) Giovanni. Sono le 19.50, la tensione è alta –è il primo evento di questa caratura organizzato dalla delegazione – e si aprono le porte. Tutti puntuali, gli ospiti si accomodano di fronte ai loro calici, al catalogo di Fier ce F

ît e ai loro morceaux di tessuti (pazientate! Si dirà anche di questi!). Ora che i posti sono tutti occupati, l’unico commento che esce spontaneo è: “Quanti sono!”. La disposizione a ferro di cavallo suggerita da Giovanni è indubbiamente perfetta, sembra quasi un anfiteatro: una veloce, quanto imbarazzata introduzione del sottoscritto e Cristina, esile ma risoluta, inizia la sua pièce.

Con pacatezza e precisione introduce il tema. Senza i giusti mezzi, d’altra parte, sarebbe impossibile  “trasferirci” in Champagne, ed è questo viaggio virtuale che lei vuole aiutarci a compiere: cos’è e cosa fa Fier ce Fît, i numeri dello Champagne, la scala dei Crus… il pubblico è attentissimo, non vola una mosca, anche se da fuori qualche sguardo atterrito di chi non era del tutto preparato ad una masterclass, lo si coglie… forse anche Cristina se ne accorge e pian piano il suo esporre si scioglie e con qualche sorriso conquista tutti. Si entra in un tema che le appartiene a fondo e che vive intensamente: il terroir e quelle condizioni pedoclimatiche particolari che solo in questa piccola parte della Francia permettono di ottenere un prodotto così unico, le 4 sottozone, i procedimenti produttivi… le foto nella presentazione, alcune recentissime, testimoniano come lei sia sempre sul campo; come questi 14 artisti che ha scelto di valorizzare siano costantemente oggetto delle sue attenzioni e come da questo rapporto umano, oltre che commerciale, scaturiscano cuvées spettacolari, studiate appositamente in collaborazione, controllate per tutto il loro sviluppo, corrette se necessario, al fine di ottenere un vino – perché questo è lo champagne e lei più volte ce lo ricorda – del quale un sorso richiami il successivo, che sia organoletticamente perfetto, superiore alle nostre aspettative… insomma, unico, come lo è un’opera d’arte.

L’aspettativa ormai è all’apice: e allora via, che si parte con il servizio: il dorato Hervieux-Dumez Brut de Chardonnay Premier Cru della Montagne de Reims, dai persistenti profumi freschi e primaverili, vivace, fresco e leggero in bocca, fa pensare ad un pizzo… Jean Pierre suggerisce a Cristina di r

icordare ai presenti di associare la sensazione di bocca di questa cuvée ad uno dei brani di tessuto presenti sul tavolo: ecco la sorpresa, un approccio diverso e particolare che ci aiuta a tradurre sensorialmente il vino. Si prosegue con il vero artista dello Chardonnay, Jean Luc Gimonnet, Selection Premier Cru dalla Côte des Blancs in versione Magnum! Un omaggio ai partecipanti da parte della delegazione Fisar di Padova (e una faticaccia per i sommelier operanti ;-P). Lo sforzo per servirlo è ripagato da una cuvée di colore più carico della precedente, il cui naso ci accompagna in estate grazie a note di fiori gialli e piante officinali ancora sul campo seguite dalla salinità e la sensazione burrosa. La bocca netta all’inizio, si ammorbidisce grazie alla consistenza del vino che paragoneremmo ad un lino. Terzo vino e si cambia registro: Monsieur Pinot Noir in purezza! Apre le danze Jean Larrey con il Noir Integral della Côte des Blancs, caratterizzato da profumi invitanti di frutta a polpa bianca a giusta maturazione e una bocca piena e soddisfacente, sempre mantenuta vivace da freschezza e sapidità, un bel velluto. Si continua con un Millesimo 2012 Extra Brut Grand Cru di Hervy-Quenardel. E qui le espressioni già stupite dei presenti evolvono in qualcosa genuinamente italiano: il gesto di approvazione con le mani, quasi a dire “Tanta roba!” Eh già, qui il colore dorato carico è preludio ad un naso intenso di nocciola e pasticceria, che non sovrasta del tutto una salinità marina propria della Montagne de Reims; gusto pieno, vivace ed energico, calore e struttura.

Saremmo già satolli di sensazioni (anche se non paghi di quantità, e i vari refill dei bicchieri lo testimoniano), ma manca ancora un gradino per concludere in bellezza: in particolare quella del rosso rubino disarmante del Rosée de Saignée di Mathieu-Gandon. Melagrana, frutti rossi e di bosco non completamente maturi riempiono le vie aeree e richiamano il calice alla bocca: che è assolutamente caratteristica con acidità viva ed effervescenza, accompagnate alla struttura e al calore del Pinot Meunier in purezza, portando il finale di bocca all’equilibrio, ricordando nuovamente le sensazioni tattili del lino.

A coronamento della serata, e per attenuare un po’ la sensazione di euforia nell’aria, arriva un ottimo risotto al morlacco e speck (grazie allo Chef!) ed il gioco, ora, è quello di trovare il perfect match tra pietanza ed uno dei cinque vini ancora nei calici (almeno di quel poco che ne è rimasto, su richiesta iniziale di Cristina). Ci siamo, è fatta. Stanchi, ma contenti, di quella contentezza che ti riempie il petto: scambio di commenti, di sorrisi, saluti calorosi a Cristina con la promessa di una seconda volta e di una viaggio a Reims per toccare con mano quanto sognato questa sera.

Rimane da dire grazie… a Cristina in primis, motore di tutto quanto sopra, a Jean Pierre suo compagno di vita e ottima spalla con consigli e battute nelle retrovie, a Chiara e Federico per l’impeccabile servizio, a Jacor perché lui é come la Panda (e solo chi ha la mia età può ricordare quella vecchia pubblicità), a Giovanni perfetto orchestratore. Ultimo, ma non di meno, ai 40 amici che hanno voluto condividere con noi questa eccezionale esperienza, consapevoli che non vi priverete della prossima occasione. À la prochaine… en Champagne!

Vi lasciamo ad alcune foto nella nostra pagina Facebook

Alberto Cusin (Gruppo Eventi Fisar Padova)